23. L'HEAT TRAINING HA BENEFICI ANCHE PER GLI ATLETI PROFESSIONISTI
Nel post precedente abbiamo visto uno studio molto interessante del Dr. Ed Maunder (Auckland University of Technology) che ci suggerisce come in ciclisti allenati (VO2max: ~60), l’heat training favorisca gli adattamenti aerobici e la performance anche quando si torna a pedalare in un ambiente temperato (18 °C).
In quello studio:
Gli adattamenti fisiologici valutati sono stati esclusivamente muscolari (l'attività massima enzimatica mitocondriale del muscolo vasto laterale)
I partecipanti erano allenati (VO2max: ~60) ma non atleti professionisti
Il gruppo che ha eseguito l’heat training, ha effettuato tutte le sessioni di allenamento a temperature elevate.
Riguardo ad ognuno di questi punti, può essere interessante approfondire:
L'heat training aumenta le prestazioni anche attraverso adattamenti ematologici (del sangue) oltre che muscolari?
L'heat training ha benefici anche per atleti professionisti? A volte questi soggetti rispondono meno ad un dato stimolo (il calore in questo caso) rispetto agli amatori, in quanto sono già più vicini al loro massimo potenziale atletico.
Svolgere non tutte ma solo alcune sessioni di allenamento a temperature elevate ha comunque un effetto positivo sulla prestazione?
Uno studio (1) pubblicato nel 2020 su Experimental Physiology dal Prof. Bent Rønnestad (Innland University of Applied Sciences, Lillehammer, Norvegia) e colleghi ha cercato di rispondere a queste domande.
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