In un post precedente abbiamo visto come, anche in ciclisti con % di massa grassa molto basse, le riserve corporee di grasso rappresentano una fonte di energia virtualmente illimitata. Al contario, l’energia stoccata sotto forma di carboidrati è una molto limitata e la sua deplezione (in particolare di glicogeno muscolare) influenza negativamente la prestazione durante esercizio fisico prolungato (la durability).
Partendo da questo principio, può essere quindi importante comprendere come i diversi combustibili (carboidrati vs grassi) vengono utilizzati a diverse intensità di esercizio.
Quanto grassi e carboidrati contribuiscono alla produzione di energia alle diverse intensità di esercizio?
Un datato ma rilevantissimo (e non superato) studio di Romijn e Colleghi pubblicato su American Journal of Physiology Endocrinology and Metabolism nel 1993 ha provato a rispondere a questa domanda (1)
COSA HANNO FATTO?
Hanno portato in lab 5 ciclisti maschi ben allenati (~ 24 anni, ~ 67 VO2max).
In giorni diversi, dopo 10-12 ore di digiuno, hanno eseguito:
2 ore al 25% del VO2max (praticamente recupero attivo, zona 1)
2 ore al 65% del VO2max (praticamente una zona 2 alta in un modello a 5/7 zone)
30 min all'85% del VO2max (praticamente intorno a FTP/seconda soglia o Critical Power, zona 4 in un modello a 5/7 zone)
Per ognuna delle 3 prove, tramite una tecnologia molto costosa, è stato misurato l’utilizzo di carboidrati (differenziando tra glicogeno muscolare e glucosio plasmatico) e grassi (differenziando tra acidi grassi liberi e trigligeridi intramuscolari).
COSA HANNO TROVATO?
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